giovedì 15 dicembre 2011

Into the Wild

Into the Wild
di Pietro Frapoli









Anno: 2007
Regia: Sean Penn
Genere: avventura, drammatico, biografico
Durata: 140 min
Trailer:
 Into the wild Trailer

Tutti abbiamo visto almeno una volta Into The Wild - chi non lo ha ancora fatto si dia una mossa -  nel 2007 Sean Penn è entrato nelle sale cinematografiche italiane e mondiali con questo piccolo capolavoro, un film all'apparenza senza pretese ma che rivela una profondità sorprendente.

In to the wild è un film che in qualche modo colpisce tutti: l'apologia del ritorno alla natura, alla dimensione intima e romantica dell'uomo con l'origine del mondo, il viaggio come scoperta nuova di sè e l'ascetismo come scelta dettata dalla stanchezza nei confronti di una realtà ormai ritenuta monotona, insipiente e innaturale.(...)

 "Due anni lui gira per il mondo: niente telefono, niente piscina, niente cani e gatti, niente sigarette. Libertà estrema, un estremista, un viaggiatore esteta che ha per casa la strada. Così ora, dopo due anni di cammino arriva l'ultima e più grande avventura. L'apogeo della battaglia per uccidere il falso essere interiore, suggella vittoriosamente la rivoluzione spirituale. Per non essere più avvelenato dalla civiltà lui fugge, cammina solo sulla terra per perdersi nella natura selvaggia."
(C. J. McCandless)

"Non dovremmo negare che l'essere nomadi ci ha sempre riempiti di gioia. Nella nostra mente viene associato alla fuga da storia, oppressione, legge e noiose coercizioni, alla liberà assoluta, e la strada porta sempre a Ovest."
(C.J. McCandless)

Sono temi che colpiscono sempre nel segno ai nostri giorni, in cui l'ambientalismo dilagante e tutte queste storie che ci fanno sulla convenienza e salubrità del cibo biologico stanno distorcendo la percezione vera che dovremmo avere del reale.
Interessante da questo punto di vista è che il protagonista, Chris (Emile Hirsch), muoia proprio avvelenato dalla natura in cui si è immerso fino al collo: la natura non è di per sè buona, ma è uno strumento per il compimento dell'uomo e come tale da accudire e coltivare.

"Si avvertiva chiaramente una forza ostile all'uomo, era un luogo di solitudine e riti pagani…fatto per essere abitato da uomini più vicini agli animali selvaggi che a noi."
(C. J. McCandless)

Senza esaurire neanche minimamente tutti gli spunti che il film, ma soprattutto la storia vera di Chri mcCandless, offre, posso dire che sono due i motivi per cui assolutamente dobbiamo vedere questo film, ed entrambi si scoprono nel finale.

Dopo due anni passati a vagabondare tra le genti e parecchi mesi passati nelle foreste dell'Alaska, Chris muore nella sua brandina del bus 142.
Poco prima ha scritto nei suoi fogli: "la felicità è reale solo se condivisa" ed "e se io stessi sorridendo e stessi correndo tra le vostre braccia, riuscireste a vedere…quello che vedo io ora?", tutto firmato per la prima volta dopo due anni dal suo vero nome, C.J.mcCandless.
Al di la della retorica che possiamo fare, Chris alla fine del suo viaggio si rende conto che tutta la bellezza che ha visto e sperimentato di persona non è così interessante se non nel momento in cui è possibile condividerla con degli amici, si è reso conto che, con o senza Dio, è scritto nel cuore dell'uomo un desiderio di compagnia. Scritto ciò, in punto di morte, pronuncia la seconda delle due frasi che ho citato che denuncia a parer mio una sfiducia nella possibilità che i suoi genitori possano comprendere quella bellezza che lui vede ora. Quella bellezza la vede solo chi segue i suoi desideri fino in fondo, fino a dare la vita per essi. Infine la riconciliazione col suo nome di battesimo ci mostra un ritorno all'origine del suo cammino, una volontà di essere veramente se stesso di fronte alla morte ormai imminente.

Chris mcCandless ha il coraggio di affrontare un viaggio di cui molti sognano, scrivono, parlano e straparlano, una viaggio per cercare una risposta a tutta l'inadeguatezza che lui sente nei confronti di una società che soffoca la sua vita, un viaggio alla scoperta dei desideri del cuore umano e della vertigine del confronto tra uomo e natura.

"Se vuoi qualcosa nella vita, allunga la mano e prendila…" (C. J. McCandless)

Contribuisce alla maestosità del film il grande Eddie Vedder con una colonna sonora da brivido che ci accompagna nel viaggio di Chris.

Buona visione (consiglio la lettura del libro per capire effettivamente come sono andate le cose, da una prima visione non si capisce troppo bene la successione cronologica dei fatti).

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